"Arte in Città" : Matera

Matera è una delle più antiche città del mondo ,il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti dal paleolitico fino ai nostri giorni. Matera è la città dei Sassi: il suo nucleo urbano si è sviluppato a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia e modellate in strutture sempre più complesse all'interno di due grandi anfiteatri naturali che sono il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano. Nel 1993 l’UNESCO dichiara i Sassi di Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il 17 ottobre 2014 Matera è stata designata Capitale Europea della Cultura per il 2019.




Scopriamola insieme…

Arte come architettura

L’architettura dei Sassi di Matera racconta la capacità dell’uomo di adattarsi perfettamente all'ambiente e al contesto naturale, utilizzando con maestria semplici caratteristiche come la temperatura costante degli ambienti scavati, la calcarenite stessa delle rocce, per la costruzione delle abitazioni e l’utilizzo dei pendii per il controllo delle acque.  La struttura architettonica è costituita da due sistemi, quello immediatamente visibile realizzato con le stratificazioni successive di abitazioni, palazzi, chiese, giardini, e quello interno e invisibile a prima vista, costituito da cisterne, neviere, grotte cunicoli e sistemi di controllo delle acque. I primi insediamenti umani nel territorio di Matera risalgono al paleolitico e si svilupparono utilizzando le grotte naturali che in gran numero definiscono il paesaggio rupestre di Matera. Nel corso del tempo alle grotte naturali si sono aggiunte quelle scavate dall'uomo, che ha trovato nella friabile roccia tufacea, una eccezionale possibilità di insediamento al riparo dagli agenti naturali. Durante il medioevo furono costruiti edifici imponenti tra i quali la maestosa Cattedrale di Matera dedicata alla patrona, la Madonna della Bruna.




                                                    
Arte come letteratura

Il brano letterario più famoso e citato riguardo Matera è la descrizione dello scrittore Carlo Levi nel suo libro “Cristo si è fermato a Eboli” (1945). Condannato al confine nel 1934 per attività antifascista, Levi fu inviato in Basilicata nel paese di Grassano. Da questa esperienza nascerà il suo romanzo più famoso, che denuncia le condizioni di vita disumane di genti alle quali «neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta». Inizia così la descrizione di Carlo Levi:  «Arrivai a Matera verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c’è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche [cioè scavate nella roccia]. […] Allontanatami un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera.  [..] Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. È davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante.»





Arte come cucina

La cucina materana è fatta di piatti genuini, preparati coi prodotti tipici del territorio, come la pasta fatta in casa, ingrediente principale per numerose ricette in ogni cucina della regione. Le orecchiette alla materana ne sono un esempio: si servono con pomodoro, carne a pezzetti rosolata in olio d’oliva e formaggio distribuito sul composto posizionato in una teglia e poi infornato per almeno un quarto d’ora.





Arte come cinema

Il suggestivo panorama materano ha ispirato innumerevoli registi che hanno deciso di ambientare qui le loro opere. Per citarne alcuni: Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo), Mel Gibson (La Passione di Cristo), i fratelli Taviani (Il sole anche di notte e Allosanfan), Tornatore (l'Uomo delle stelle), Francesco Rosi (I tre fratelli e Cristo si è fermato ad Eboli).

Curiosità

A Matera nella civiltà contadina l'impasto del pane ricadeva nella sfera dei lavori femminili, una donna era ammirata quanto più il suo pane riuscisse morbido e perfetto, ma una volta finita la fatica delle braccia, formata e lievitata la pagnotta, la competenza passava rigorosamente alla parte maschile della società. Infatti a modellare il pane nella forma definitiva, a cuocerlo a regola d'arte e ad imprimere il famoso marchio era sempre il fornaio, e sopratutto a tagliare il pane sulla mensa era il capofamiglia (o in assenza spesso il figlio maggiore).

Baci,

F.💋

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