Alla Luna di Giacomo Leopardi

La lirica "Alla Luna" fu scritta da Giacomo Leopardi nel 1820. Il luogo da cui il poeta osserva la luna è il monte Tabor. Egli ricorda come sia solito giungere su quella piccola altura a contemplare la luna, che con la sua luce illumina la selva circostante. Riflette, quindi, sul proprio stato d'animo e sulla vita, evidenziando il suo essere grato del ricordo delle cose passate, in un tempo (quello della giovinezza) in cui era ancora viva la speranza. Infatti, la memoria lo induce alla rievocazione degli <<ameni inganni>>, sebbene l'affanno sia duraturo nel tempo. La luna, nella poesia, svolge il ruolo di ideale confidente del poeta, a cui quest'ultimo confessa i tormenti interiori e l'insofferenza della vita. Nonostante il suo stato d'animo sia caratterizzato da una amara tristezza e una mera malinconia, Leopardi detiene la grande capacità di plasmare l’immagine di aspetti vaghi ed indefiniti, animati da un' illusione giovanile che gli permette di non disperare. Infatti, rimanendo sempre fedele ad un pensiero sensistico, afferma che la felicità si identifica nella ricerca del piacere: l'uomo è per natura portato a ricercare <<il piacere>>, un piacere infinito per estensione e durata. Poiché nella realtà qualsiasi tipo di piacere goduto dagli uomini non soddisfa tale necessità, l’uomo vive una condizione di inappagamento e vuoto dell'anima. Allo stesso tempo, nel periodo a cui risalgono gli Idilli e quindi la poesia "Alla Luna”, il poeta considera la natura come una madre benigna che tiene al bene delle proprie creature e alle quali ha fornito un rimedio: l'immaginazione. Dall'immaginazione, spinta che porta a ricercare una realtà lontana dall'indifferenza e dalla noia, derivano le illusioni e le speranze regolate da tutto ciò che sia vago ed indefinito, lontano e ignoto. Questa teoria presuppone un <<bello poetico>> che si ricava da un insieme di visioni e suoni che portano alla mente sentimenti e affezioni del passato, tanto che Leopardi afferma nello Zibaldone:" in luogo della vista, lavora l'immaginazione e il fantastico sottentra il reale. Infine, occorre dire che "Alla Luna" mostra l'intensa rimembranza di una illusione giovanile, poiché come affermò Leopardi: "gli Idilli sono sentimenti, affezioni e avventure storiche del suo animo".

A presto,
Libera



     
                                     
                               

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