A sud del confine, a ovest del sole: il romanzo di Haruki Murakami
Scheda
del libro
Titolo:
A sud del confine, a ovest del sole
Autore:
Haruki Murakami
Genere:
romanzo psicologico/intimistico
Casa
editrice: Einaudi
Recensione
- A sud del confine, a ovest del sole, -
disse.
- Cosa significa a ovest del sole?
- Esiste un posto così, - disse lei. – Hai mai
sentito parlare di una malattia chiamata isteria siberiana?
- No.
- Mi è capitato di leggere qualcosa in proposito
tanto tempo fa, forse quando ero alle medie. Non ricordo su quale libro…comunque
si tratta di una malattia che colpisce i contadini che vivono in Siberia. Prova
a immaginare di essere un contadino che vive da solo nella landa siberiana.
Lavori ogni giorno nei campi e non vedi assolutamente nulla attorno a te. A
nord, l’orizzonte, a est, a sud e a ovest, ancora l’orizzonte. Non c’è altro.
Ogni giorno, quando a est sorge il sole, esci per lavorare nei campi e quando
il sole è alto nel cielo, ti fermi a riposare e a pranzare. Quando tramonta, a
ovest, torni a casa e ti addormenti.
- Ma che cosa ci sarà mai a ovest del sole? –
le chiesi.
Lei scosse la testa. – Non lo so. Potrebbe
non esserci nulla, come potrebbe esserci qualcosa. Di sicuro, però, è un luogo
diverso da quello a sud del confine.
“Sono
nato il 4 gennaio 1951. Nella prima settimana del primo mese del primo anno
della seconda metà del ventesimo secolo. Lo si potrebbe quasi considerare un
evento da commemorare, ed è per questo che i miei genitori mi hanno chiamato
Hajime - <<inizio>>.”
Queste sono le parole con le quali il romanzo
ha inizio: Hajime è figlio unico nel
Giappone del secondo dopoguerra, periodo in cui non avere fratelli o sorelle
era rarissimo. Ha dodici anni quando un giorno, a scuola, incontra Shimamoto,
una compagna di classe con la quale condivide la stessa, particolarissima
condizione di solitudine. Ne ha trenta in più quando, si ritrova a possedere
due jazz bar ed una famiglia felice al seguito. Nel tempo che intercorre tra infanzia
ed età adulta, Hajime crea un forte legame d’amicizia-amore con Shimamoto, abbandona
la sua prima fidanzata Izumi e sposa una donna che forse non ama abbastanza.
Intrappolato nel ricordo di ciò che è stato e soffocato da una realtà che non
gli appartiene, rovescerà tutte le proprie sicurezze per ripercorrere con delicatezza
i momenti più romantici e malinconici della sua vita.
È un amore malinconico - oserei dire
impossibile- quello che nasce tra Hajime e Shimamoto, nodo centrale di una storia che affronta vari temi riflessivi: solitudine, privazione, insoddisfazione,
abbandono ed illusione. È un amore che ritorna, nostalgico e sofferente. È un
amore che condivide la bellezza della musica: “A sud del confine” è una canzone
che mostra la meraviglia insita nella stessa, inquieta fugacità dei sentimenti. È
un amore che non ha sviluppi, ma soltanto incertezza: “A ovest del sole
potrebbe non esserci nulla, come potrebbe esserci qualcosa”. È un amore
logorante, un amore che lentamente muore nel nero buio di un sole che non
tramonta: come cita Murakami “Pretend you’re happy when you’re blue, it isn’t
very hard to do.
“A sud del confine, a ovest del sole” è un
romanzo che ho deciso di leggere proprio perché colpita dal titolo. L’ho
comprato, spinta dalla curiosità di scoprire a cosa si riferisse una frase –
quella iniziale - tanto chiara, quanto misteriosa. Nel complesso mi è davvero
sembrato << un libro bello e saggio pieno di verità nascoste>> come
cita il The New York Times, tuttavia le mie aspettative non sono state pienamente
soddisfatte.
A presto,
Libera
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