Viaggiare: un cammino verso la felicità o verso l'ignoto?

Il viaggio è un percorso formativo finalizzato a valorizzare molteplici espressioni della nostra personalità.Non si finisce mai di esplorare perché il desiderio di conoscenza è la motivazione che ci spinge ad "andare",forse per raggiungere la tanto ambita felicità.Viaggiare è sinonimo di ricerca e come il viaggio,anche la felicità è un continuo ricercare le circostanze che ci fanno stare bene.Non viaggiamo semplicemente per il piacere di farlo,ma per sentire più acutamente lo slancio della vita e la grandezza del mondo.Oggi la nostra società è in continuo movimento e noi con essa nella speranza che l'orizzonte del domani possa raccontarci promesse sempre più allettanti.Infatti,noi ci spostiamo nell'universo,come le stelle nel cielo e questo movimento alimenta la nostra anima. Spesso si è talmente frenetici da non analizzare in profondità gli eventi. Si è abituati a navigare in superficie,ma la realtà è una dimensione enigmatica ed ambivalente.E' semplice smarrirsi perché in fondo il viaggio è un piccolo,grande cammino interiore. Disse Magris: "l'Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico,che alla fine ritorna a casa, bensì piuttosto a quello dantesco che si perde nell'illimitato". Infatti i grandi viaggi come quello della vita hanno di straordinario la possibilità di ricominciare e l'incanto di essere essenza prima di diventare sostanza. L'ignoto è indefinito,ma chi può dire cosa ci riservi ? Sarà proprio la paura dell'infinito a renderci coraggiosi "poeti del quotidiano"?




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