Ape Bianca: recensione del libro di Valentina Villani


Scheda del libro

Titolo: Ape Bianca

Autrice: Valentina Villani è nata a Roma, dove vive e lavora come psicologa e psicoterapeuta, coltiva la passione per la fotografia e la sceglie come mezzo per raccontare storie di vita, di dolore, intime sensazioni e denuncia sociale. Ha partecipato a diversi concorsi e organizza mostre fotografiche. Nel 2015 vince il concorso nazionale bandito dall’associazione Il filo di Eloisa, per la valorizzazione del pensiero e della creatività femminili, con un progetto di cinque foto e relativi testi. Il progetto è stato pubblicato nel volume Lo spazio consapevole (Iacobelli Editore).

Genere: biografia

Casa editrice: Adiaphora Edizioni

Dove acquistarlo: su Amazon, ibs e sul sito www.adiaphora.it

Recensione

“Ape bianca, ti chiamavo. Non so perché quel nome. Forse per la natura conflittuale delle attitudini di un’ape: il pungiglione che inietta veleno e il dolce prodotto del suo lavoro. Il nostro non equilibrio si reggeva proprio su contrasti, tra diffidenze e affinità, rivalità e complicità, noncuranza e ricerca di approvazione. Pungiglione e miele.”

La vita e la morte, la luce e l’ombra, il rumore ed il silenzio. Valentina Villani, nel libro “Ape Bianca”, mette a nudo la propria anima e descrive al lettore un frammento di sé. È questa un’analisi interiore mirata alla ricerca di uno spazio nel vuoto, che ha come protagonista la madre, una madre fragile e fiera, quasi inafferrabile. Un rapporto difficile prima e un abbandono inevitabile poi, producono sentimenti antitetici che saranno percorsi lungo una strada senza meta, senza tempo. Eppure, la vita e la morte si scontreranno ed incontreranno in un ultimo, dolce abbraccio.

Fiammetta Gioja amava l’arte, la pittura e la creatività. Era stata una donna felice, forte ed orgogliosa, ma anche tanto delicata da poter frantumarsi, come le conchiglie. E le conchiglie, “rifugio per creature di altri mondi”, erano diventate il suo simbolo: le dipingeva con svariati colori e forme irregolari, striate o punteggiate, dalla superficie liscia o ruvida. L’autrice, con profonda malinconia, insegue le orme di quella donna che era stata sostanza ed essenza, e che esisterà per sempre nella sua memoria. Si delinea così, una miscela di dolore e gioia, ostilità ed affetto, che diventa il profumo del passato ed il fulcro del ricordo.

Un giorno, “I cocci aguzzi di bottiglia” saranno raccolti, ogni tassello ricomposto e nascerà una nuova opportunità. Il nuovo giorno porterà con sé un nuovo respiro, ed infinita bellezza.

A presto,
Libera



Illustrazione

La didascalia che segue è stata inserita perché ha ispirato l’illustrazione a cura di Sara Russo.

«Proprio negli abissi, tra liquido amniotico e sfumature di blu, ritrovo un po’ di te e un po’ di me mescolate come colori a olio. Dentro oscuri passaggi segreti o nell'ipnotica danza degli anemoni, lungo distese di coralli o nella sapiente attesa di una conchiglia adagiata sul fondo del mare.» 


Illustrazione a cura di Sara Russo














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